Il 2022 in Italia è iniziato con una crisi politica andata in scena sullo sfondo delle elezioni del Presidente della Repubblica. Per l’incapacità dei partiti di accordarsi sul nome del suo successore, a Sergio Mattarella è stato chiesto di tornare a ricoprire la più alta carica dello Stato. Mattarella ha accettato, gli italiani gli sono grati (è il politico che gode di maggior consenso tra l’opinione pubblica), a livello internazionale l’Italia ha potuto tornare a presentarsi con una figura di alto profilo, ma il Governo guidato da Mario Draghi ne è risultato indebolito. Le fratture si sono acuite e fino alle dimissioni, in luglio, del Presidente del Consiglio dei Ministri e la decisione di sciogliere le Camere per andare ad elezioni anticipate in settembre, a ridosso dell’approvazione della legge di bilancio arrivata faticosamente in porto negli ultimi giorni dell’anno.
Le elezioni e la nomina del nuovo Governo sono avvenute in un momento molto delicato per il nostro Paese, con l’economia in ripresa dopo due anni di pandemia e l’urgenza di completare i progetti per l’impiego dei fondi del PNRR. Ma ad acuire la crisi è stato un altro fatto avvenuto ad inizio anno: l’invasione russa dell’Ucraina. Pareva un evento impossibile da verificarsi, sembrava una minaccia sbandierata da Putin, e invece l’Europa si è trovata ai propri confini un conflitto “novecentesco” tra eserciti regolari e una linea del fronte ben definita. Il conflitto ha innescato una crisi energetica. La Russia, infatti, fino allo scoppio della guerra è stato il primo fornitore di gas dell’Europa, specialmente di Italia e Germania. Le sanzioni economiche varate dall’Unione europea per rispondere all’invasione russa in Ucraina hanno colpito anche le forniture di gas aumentando il costo di materie prime ed energia e mettendo in grosse le difficoltà le famiglie con i redditi più bassi. Non solo. La guerra ha provocato per diversi mesi il blocco delle esportazioni di grano prodotto in Ucraina, principale fornitore di molti Paesi africani, provocando anche in questo caso aumenti dei costi del cibo e speculazioni.
Il clamore suscitato nell’opinione pubblica dall’invasione russa è stato grande e in molti, anche nel Vicentino, si sono attivati per raccogliere cibo e beni di prima necessità da distribuire alle popolazioni colpite dal conflitto. Un grande senso di solidarietà umana, che però nel corso del tempo si è un po’ sopito e che rischia di risultare ipocrita se rivolto solo a persone in difficoltà “politicamente accettabili”. Tante, infatti, sono le crisi e i conflitti che attraversano il mondo, che portano fame, insicurezza e malattia. Tra questi vanno ricordate le tensioni crescenti negli stessi Balcani, ma soprattutto nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, o il conflitto nel nord del Mozambico, territori ricchi di risorse e di interessi locali e internazionali. Tra i tanti conflitti va ricordato anche quello nella regione del Tigray, in Etiopia, un conflitto vittima di un cono d’ombra mediatico che nelle ultime settimane però sembra essersi indirizzato sul sentiero della pace.
Lo scorso novembre si è svolta a Sharm el Sheikh la COP27 sul cambiamento climatico, la ventisettesima conferenza tra i Paesi Onu per concordare misure di contrasto e adattamento al riscaldamento globale. L’origine antropica del cambiamento climatico è stata confermata da anni di studi e lo abbiamo toccato con mano nel corso di quasi tutto il 2022. La siccità prolungata e le elevate temperature estive sono il genere di fenomeni estremi che stanno diventando sempre più frequenti e imprevedibili. Occorre essere consapevoli che il nostro territorio è molto fragile di fronte a questi cambiamenti e che la politica è chiamata ad assumersi scelte impegnative. A renderci forse un po’ più consapevoli di questi cambiamenti è stata la tragedia della Marmolada, il crollo di una parte del ghiacciaio che ha travolto e ucciso sette vicentini, ferendone altri due. Conseguenza tragica di un fenomeno che avviene da tempo su tutto l’arco alpino: lo scioglimento dei ghiacciai per l’aumento delle temperature.
È spontaneo e giusto anche dire qualcosa sul cammino della Chiesa Vicentina fatto quest’anno, segnato anch’esso dalle fatiche dovute alla pandemia, che ha portato ad un crollo numerico della partecipazione alla vita delle parrocchie, e da una generale “stanchezza” in chi è rimasto e nei preti, vuoi per l’allargamento delle unità pastorali e all’aumento delle incombenze amministrative, vuoi per i numeri ridotti dello stesso clero. Nel 2022 sono mancati 7 preti (tra i quali figure conosciute come il cardinale Agostino Cacciavillan, mons. Gianantonio Battistella e il parroco di Noventa don Giorgio Balbo) e ne è stato ordinato uno: Nicolò Rodighiero.
Ma è stato anche l’anno del giubileo di Santa Bertilla, nei 100 anni dalla morte, che ha provvidenzialmente unito le Diocesi di Vicenza e Treviso, da dove è arrivato il nuovo Vescovo Giuliano, dopo che il Vescovo Beniamino aveva presentato le proprie dimissioni al compimento dei 75 anni di età: lo abbiamo ringraziato lo scorso 3 dicembre, pur rimanendo con noi nella nuova abitazione di Brendola; l’11 dicembre il Vescovo Giuliano è stato ordinato nella nostra Cattedrale e ha cominciato a camminare con noi.
Il 2022 è stato anche l’anno delle canonizzazioni del Palazzolo e di Scalabrini, che hanno seminato e messo radici di bene anche nella nostra Diocesi; l’anno dell’inaugurazione delle due nuove chiese di Beira, in Mozambico, realizzate con l’aiuto dei nostri missionari dopo che erano state distrutte dai cicloni che hanno colpito la città. E ancora, padre Cristian Carlassare, missionario comboniano originario di Piovene Rocchette, Diocesi di Padova, ma fortemente legato a Santa Giuseppina Bakhita, è stato ordinato Vescovo nel Sud-Sudan, dopo un doloroso attentato che lo aveva ferito nel corpo ma soprattutto nell’animo; un vicentino è diventato superiore generale della Società San Paolo e un argentino superiore della Pia Società San Gaetano; Parco Querini a Vicenza ha ospitato la festa delle famiglie e il Monte Summano il pellegrinaggio diocesano dell’Azione Cattolica, a 100 anni dalla posa della prima pietra della grande croce collocata sulla sommità del monte e voluta dal Vescovo Rodolfi.
Il 25 dicembre 2021 è stato lanciato il telescopio Webb, risultato della collaborazione tra le agenzia spaziali degli Usa, dell’Europa e del Canada. Il telescopio ha raggiunto il suo punto di orbita ad 1,5 milioni di chilometri dalla Terra e a luglio del 2022 ha inviato le prime immagini scattate dallo spazio, suscitando stupore e meraviglia. Con questa immagine concludiamo questa piccola e molto parziale rassegna dei fatti avvenuti nel 2022, augurando alle nostre comunità cristiane di saper scrutare i segni dei tempi nei fatti che ci circondano, osservandoli in tutta la loro complessità e seguendo la luce del Verbo presente anche nelle notti più oscure dell’umanità.